Ma no, pensavo tornando a casa, ..


E’ nella strada del ritorno a casa che ho capito quanto tempo stia davvero perdendo per aver ascoltato i consigli di famiglia.

12291700_10208183256805108_7422810121851119312_o

Ho avuto una vita davvero piena di emozioni e di sorprese, ho avuto le donne più belle che c’erano nel panorama ligure tra il 1996 e il 2009, ho scritto per magazine, collaborato con tv e condotto diversi programmi radiofonici,il tutto con un successo sempre alquanto inaspettato, insomma potrei elencare centinaia di emozioni esplosive, potrei aggiungere che sono un appassionato di snowboard, mi intendo di vita rude, ho girato per anni con un furgone, ho fatto motocross per 25 anni e tuttora sono un downhiller, un pazzo adrenalico insomma. Aggiungerei che ho amato donne fantastiche e con ognuna vissuto emozioni da brivido.

E forse per questo dopo il mio ritorno dall’esperienza cruda e dove mi sono guadagnato giorno per giorno le mie piccole crescite professionali londinesi, mi aspettavo dal quartiere che mi ha dato le generalità di essere considerato almeno per il dieci per cento di quello che a tutti ho sempre dato senza mai chiedere nulla in cambio. Gli studi fatti a Londra, tra lavoro malpagato e massacrante, turni da incubo e studi notturni mi hanno completamente portato avanti nel modo di vivere, vedere e pensare. Una cosa che forse in famiglia non ha avuto un grande riscontro, visto che mio padre ancora si aspetta che io mi prenda le redini del suo negozio di quartiere e cominci a vivere una vita tranquilla. Non ha ancor capito che io ho un biglietto per Londra i primi di gennaio e da cui è molto difficile che torni, così tra i dissidi comunicativi quotidiani a cui non mi è concesso esprimere i miei desideri per non vedere stare male lui, la sera, chiuso il negozio, sfogo la mia cattiveria tra un bar e l’altro del quartiere.

Il problema che mi si pone è che a questo punto mi sto rendendo conto che sto passando i miei ultimi periodi genovesi nelle bettole di paese dove non c’è la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con persone interessanti, ma gente chiusa che vive di bar, fa discorsi da bar e ti vuole insegnare la vita.

Sono davvero a pezzi. Oggi abbiamo fatto le vetrine di natale(spero le mie ultime per sempre) e sinceramente mi sono accorto che più passano i giorni e più me ne batto di tutto quello che mi gira intorno non ho interesse per nessuna donna, per niente di quello che accade in centro citta( quando un tempo ero colui che portava le notizie degli eventi migliori) insomma non ho interesse per nulla, se non per quel biglietto che mi aspetta per scomparire di nuovo da quest’inferno, quello dove un tempo battevo bandiera col teschio e mo non mi si incula più nessuno, perchè non ho più nulla da dire.

Ma diciamocelo.

NOn ho più nulla da dire perchè provo una leggera tristezza per come la gente vive oggi questa città, si elogiano a insegnare la vita alla gente e della vita non ne conoscono i colori, non ne sentono la puzza, non le inebria il profumo.

No, niente, non aspettatevi nessun finale, è che nella strada del ritorno a casa che ho capito quanto tempo stia davvero perdendo per aver ascoltato i consigli di famiglia.

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , , , , , , | Lascia un commento

Lieve riflessione domenicale sull’amicizia tra uomo e donna.


Venerdì sera, dopo uno smisurato numero di aperitivi consumati tra diversi bar del quartiere, mi unisco a due ragazze  che erano in compagnia di un amico e, belli cucinati dal vino andiamo a mangiare in una trattoria. Mi sono unito al gruppo innanzitutto perchè mi faceva piacere passare una serata con Alex, un impavido skater della scena genovese, con cui avremmo potuto scambiarci diversi pareri su come affrontare l’estremismo della vita, ma soprattutto perchè con loro c’era una ragazza che da sempre mi affascina, anzi, il solo guardarla negli occhi mi rapisce il cuore ed il suo fisico da mordere mi mette sempre una certa voglia di sesso estremo addosso.

Abbiamo ordinato dei succulenti piatti, di quelli da fare scarpetta e non a meno una bottiglia di chianti, che giunta a metà ha scaturito in Katia, la ragazza che mi agita il sistema ormonale, la domanda: “ma secondo voi l’amicizia tra uomo e donna esiste?”

11350769_10207680550397762_2793806939258838891_n

Io sostengo che l’amore nasce anche da un’amicizia, ma un’amicizia durevole nel tempo tra uomo e donna non può essere possibile, dovuta al fatto che quello che porta  alla comunicazione tra due persone è alla base di tutto un’attrazione da entrambe le parti, infatti, quando ci rivolge la parola una persona che non ci piace, che puzza, che non scaturisce in noi nessun interesse remoto, cerchiamo un valido motivo per trovare una chiusa all’interazione comunicativa con quell’individuo.

Katia raccontava di una volta in cui le è capitato di fare sesso con un suo amico, (niente di strano,credo sia capitato a tutti, ma fatemelo dire: magari poter fare sesso con tutte le mie amiche!) non le è piaciuto e la loro amicizia si è così deteriorata. Forse perchè l’intento del suo amico fin da subito non è stato quello di conoscerla davvero e arrivare a lei tramite la porta del rispetto, ma  è stato quella di farci l’amore e raggirarla per un periodo in una interessata amicizia.

Io  ho raccontato di quella volta in cui è capitato a me, dove ho fatto sesso con una amica da cui ne provenivamo da anni di telefonate, messaggi nei momenti di conforto, interessi reciproci e interessi di uno e dell’altro e adesso l’amicizia tra me e quella amica è rimasta sempre la stessa, prosegue con un valore aggiunto, anche se col tempo non ci si frequenta più, lei ora è sposata e ha suo marito che l’aspetta a casa la sera, io ho la mia vita fatta di continui cambiamenti, ma sono convinto che se lei si fosse soffermata un po più su di me ora saremmo una bella coppia. Perchè ci conoscevamo bene e sapevamo bene quali erano i limiti di uno e dell’altro, ci eravamo raccontati nel corso degli anni tutto e per tutto intendo tutte quelle cose che solitamente al fidanzato non dici.

 

Alex  ha raccontato di aver fatto sesso con una amica e la loro amicizia non ha subito interferenze, ma ha guadagnato esperienze. Ognuno credo viva queste esperienze in base ai propri limiti personali, è certo che se due persone sono amiche, va da se che una qualsiasi attrazione emotiva è già insita nel loro valore della parola amicizia e stimolarne il sesso non è poi così difficile. E’ difficile cogliere l’attimo in cui farlo, perché ci si pensa sempre due volte e  non è istintivo come trascinarsi sotto le lenzuola la panterona conosciuta al pub.

Credo che sia giusto che gli amici si diano l’opportunità di conoscersi anche sotto il profilo sessuale. Abbiamo forse dimenticato qual’è il valore dell’amore? Alla base dell’amore c’è il rispetto, la solidarietà, la sincerità il sapersi tenere stretti e migliaia di altri pronomi biblici e strappalacrime che trovo inutile elencare, ma che ci fanno capire il motivo di un unione. Io a 41 anni non ho una donna nonostante abbia avuto la fortuna di averne tante, ma sono rimasto solo proprio perchè nell’amore io ci ho sempre infilato tutti i valori che stanno in un’amicizia e questa cosa è forse troppo futuristica perchè le donne di oggi riescano a sentirla. Il più grande interesse di una donna oggi è se lui scopa bene, se ha una posizione lavorativa per poter ricevere il vitalizio nel caso in cui la relazione matrimoniale finisca. Gli interessi di un uomo sono sapere se lei si fa fare il culo, se ingoia e scappare dalla solitudine dei freddi inverni a cucinarsi in casa da solo.

Ho forse drammaticamente generalizzato gli scopi di entrambi i sessi ma nel remoto delle menti umane funziona così purtroppo.

E’ per questo che io credo che un’amicizia tra uomo e donna non può durare per sempre, ma da un’amicizia può davvero nascere un vero amore, fatto di rispetto, solidarietà, condivisione e tanto, tanto, tanto stramaledetto e fottutissimo sesso. Sesso per tutta la vita con una persona che sa come farti godere, che sai come farla godere.

 

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , , , , , | Lascia un commento

Quello schifo di signora distinta


Nel negozio dove sto lavorando attualmente, nel periodo di attesa prima di tornare a Londra, vendiamo articoli per la pulizia della pelle e migliaia di altri diversi articoli che non vi sto ad elencare per non farvi venire la voglia di venire a rompermi le balle.

Il negozio ha un target di clientela delle più svariate classi sociali, dall’operaio, la vecchietta più pulciosa al fighetto di quartiere e dal più miserabile al patrizio insomma.

Vorrei portare alla luce una delle decine di eventi straziatesticoli che quotidianamente siamo costretti a sopportare da questa parte del bancone.

FOTO VETR

Entra una signora distinta, vestita di capi firmati e pregiati e mi chiede un prodotto per la pulizia del divano in pelle, evidenziandomi che si trattava di un superlussuoso sofà della Chateaux ‘Ax, facendomi anche sentire un po stronzo per la mia condizione di arredamento rigorosamente firmato ikea. La cara signora distinta mi ricorda di un prodotto buono che aveva da noi comprato l’anno prima in flacone da 500ml al prezzo di € 9,50 a quel punto capisco subito di cosa si tratta, prendo la scala salgo in alto allo scaffale lo identifico e gli dico “ah, si, quello da 9,80”..con nonchalance.

lo porgo alla signora distinta e mi dice “si si proprio questo!” “Bene”, rispondo io, “sono 9,80”.

Lei mi risponde “eh no, nel mio c’è ancora il prezzo attaccato, lo ricordo bene è 9.50” guardandomi con sdegno. Le faccio presente ridendo simpaticamente, pensando che voleva un po scherzarci su, che probabilmente quello era il prezzo dell’arrivo un anno e mezzo fa, alla fine non è nemmeno aumentato tanto e mi sembra anche un ragionamento logico, soprattutto quando si discute con una persona che addosso portava abbigliamento a occhio e croce per duemila euro e si parlava di pulire un divano da circa cinquemila o non so quanto. E così la signora distinta mi guarda indignata e mi dice “eh, 30 centesimi in un anno sono tantissimi, sarei tentata a non prenderlo”.

Alla fine signora distinta ha preso il prodotto ed è uscita scontenta, ma io vorrei ragionare sull’accaduto. Come è possibile che la gente si soffermi sulle piccole cose e non guardi il vero valore della vita, con l’abbigliamento che aveva addosso poteva aprire un orfanotrofio e ha invece preferito sprecare fiato, per tirarmi su una lamentela su trenta centesimi a cui sinceramente non mi sono proprio sentito di risponderle e l’ho lasciata uscire senza nemmeno salutarla, perchè è così che si tratta questo genere di gente che vuole fare la figa e si caga in mano quando deve spendere per qualcosa che non sia abbigliamento o qualcosa che la ritragga in luce lussuosa per la strada.

E poi vorrei aggiungere, brutta sciccosa del cazzo vai a rompere i coglioni al tuo rivenditore di cianfrusaglie firmate e non a chi per tirare su una giornata di lavoro spreme nervoso e fatica.

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

La gioiosa domenica del supermercato.


Sono le due e un quarto di una calda e soleggiata domenica d’inizio novembre, una passeggiata nella riviera ligure, o un pranzo con gli amici in una trattoria di campagna sono gli unici posti al mondo dove chiunque in un ricordo d’estate come questo vorrebbe essere e sicuramente c’è, ma io no.

Io sono al megasupermercato di quartiere a fare incetta di beni di prima necessità che non ho avuto tempo di comprare in settimana. E non mi riferisco a leccornie, birre, patatine o porcherie. Sto seleizionando patate, carote, shampoo, sapone e suvvia, dopo nove anni mi regalo un nuovo rasoio bilama, quello con la batteria che sembra un vibratore.

L’atmosfera, in quest’area dal clima primaverile è un paesaggio assettico, la location di un film di Kubrick, ci sono soltanto io, qualche sfortunato dipendente costretto a lavorare questa domenica di sole che riordina scaffali e non degna di uno sguardo e le miriadi di prodotti che da ogni scaffale sembrano chiamarmi, quasi avessero le braccia e ti tirassero a loro.

supermercati

In lontananza, nel reparto dei dolci, dei paciughi chimici, delle torte al plutonio, scorgo una coppia di mezza età dalla stazza robusta che disquisisce sulla selezione di alcuni pacchetti dai colori vivaci e credo siano quelle torte di panna sintetica, ma loro sono davvero lontani, non so se ci incontreremo alla cassa. Posso davvero dire di essere solo.

Non ho mai fatto la spesa con calma, non ho mai avuto tempo di leggere nei pacchetti dei prodotti le scadenze, gli ingredienti, le composizioni, cioè, sto mentendo, l’ho sempre fatto, sono sempre stato molto attento ma da qualche anno ho perso questo garbato e gentile modus operandi di fare la spesa.

I reparti quando sei solo sembrano più grandi, non hai la pressione di qualcuno che ti passa davanti un braccio peloso per afferrare la scatoletta davanti a te, l’odore di ascella in umido a cottura lenta su maglia acrilica 100% da 1,99 euro al mercato rionale di quello a fianco che ha scelto l’articolo all’ultimo piano dello scaffale e alita scorreggie per la fatica a dodcici centimetri dal tuo setto nasale e le urla dei bambini che giocano al gioco delle scivolate tra i reparti sbattendo sul tuo misero cestino da single e i cori da “Esorcista” della mamma che spingendo un carrello talmente carico che sembra un muletto del VTE li redarguisce e ti guarda male perché il tuo misero cestino da pezzente ha sbattuto sulle loro caviglie mentre correvano e pretende di passarti sopra con il suo carico di merci.

Ecco tutto questo inferno che dimostra l’elevata importanza dell’evoluzione della specie umana non c’è, ma ci sei tu. Tu e basta, Tu che per scegliere le patate ti infili il guanto di plastica e con calma le scannerizzi una a una per scegliere le migliori, così fai con le carote, poi, quando hai ponderato che la quantità è quella giusta per andare avanti una decina di giorni, molto lentamente, sfili il guanto di plastica e con la tua manina che ora puzza come i piedi di Walker Texas Ranger quando si toglie i camperos, ti guardi intorno per scrutare con calma se in quell’area possa davvero esserci qualcosa che potrebbe essere ancora necessario e vai avanti. Molto lentamente intendiamoci.

L’orgasmo giunge al momento di arrivare alla cassa e non credere ai propri occhi che esiste davvero uno spazio aperto e non ci sono quelle serpentine di gente mischiata a random in tre code di casse differenti e dove non capisci mai quale sia non solo la più veloce, ma la reale parvenza di una coda, visto che a un metro e mezzo dal banco a tapin roulin ci sono scaffali fatti a pposta per non lasciare spazio alla gente di disporsi in fila indiana in attesa del proprio turno, ma anzi, studiati apposta per mischiare la gente come il mazzo di carte di un baro.

La cassa, questo traguardo così inarrivabile è stato uno dei momenti che mi sono goduto con la giusta calma, studiavo bene i prodotti da me selezionati mentre la cassiera li scansionava nel lettore e il mio ego aveva persino il tempo di gonfiarsi e complimentarsi per la scelta e laddove al solito chiedo a caso una busta e comprimo al massimo pentendomi di non averne chiesta un’altra, in questa domenica di ponderate scelte mi sono regalato la gioia di chiederne tre e con molta calma e minuzia ho adagiato la mia spesa al loro interno, quasi fossero vestiti pregiati da chiudere in valigia, ho dato uno sguardo all’annoiato guardiano giurato nella speranza mi fermasse per un controllo, per far godere al meglio il mio ego l’onestà che mi contraddistingue e forse per parlare un po con qualcuno, ma niente, si è girato dall’altra parte, ho così varcato le porte scorrevoli, respirando questo pofumo d’aria primaverile, nell’immenso e vuoto parcheggio di un megasupermercato di quartiere baciato da un tiepido sole di inizio novembre.

Le mie settimane negli ultimi mesi sono interamente vissute nel miglior modo per concludere a breve in una violenta depressione suicidale, lavoro dal lunedi al sabato, non ho rapporti sociali, la pausa pranzo la passo sui social a leggere le porcherie che scrive la gente, la sera quando chiudo negozio bevo come un dannato per defaticare il nervoso e poi, se non ho vomitato l’alcool mi faccio un brodino e vado a letto, quando vomito invece vado a letto senza brodino.

Per questo motivo la mia esperienza delle due e un quarto al megasupermercato di una calda e soleggiata domenica di inizio novembre è stata la cosa più entusiasmante, eccitante, costruttiva e viva che abbia fatto questa settimana.

Martino Serra

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , , , , , , , | Lascia un commento

Hackney Wicked, l’Art Festival dell’East London


Hackney Wick-ed è l’Art Festival che si è tenuto dal 1 al 3 agosto nel quartiere di Hackney Wick nell’east London, la zona dove vivono e creano, artisti e futuri artisti di tutto il mondo. Gran parte degli edifici di questo quartiere non hanno un modello abitativo base, ma sono spazi open space chiamati warehouse ovvero una scissione tra spazio abitativo, studio laboratorio e spazio espositivo.

https://vimeo.com/102541373

In molti dei casi, le stesse warehouse sono abitate da musicisti o nella migliore delle ipotesi dalla band stessa che usa l’open space anche come sala prove, condividendo così gli spazi abitati con gli strumenti stessi. Da diversi anni, il council di Hackney promuove e sostiene l’Hackney Wicked un percorso itinerante nel quartiere che offre la possibilità agli artisti di aprire le proprie abitazioni e proporre le proprie opere sottotitolando l’evento Open Studios.

Uno spaccato dell’evento è visibile nella clip che segue al link sottostante.

https://vimeo.com/102541373

 

Martino Serra 

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento

Dazzle Ship – Tobias Rehberger – Londra


Dazzle ship, è l’opera di arte moderna dell’artista contemporaneo

Tobias Rehberger. Un omaggio ad una delle più importanti navi da guerra inglesi del 1915 vestita di un nuovo design intento ad abbagliare il pubblico odierno come lo era la missione dazzle nell’abbagliare e confondere il nemico.

Dazzle ship – Tobias Rehberger – Londra

Ormeggiata a Londra, sulle sponde del Tamigi lato Temple, è visibile e descritta dall’Oxo Tower Wharf, una galleria d’esposizione d’opere contemporanee, capace di raccogliere le più svariate fantasie degli artisti moderni ed in continuo sviluppo creativo, trova sempre il modo di attrarre anche il pubblico meno informato che passeggia nella southbank, il lungo fiume che trasporta dalla Tate Gallery al Big Ben.

Realizzata su base di un avvistamento leggendario della prima guerra mondiale nella tratta di navigazione da e per la gran bretagna tobias rebergher insignito del Leone d’Oro per il miglior artista della Mostra Fare Mondi alla biennale di Venezia ha voluto riprodurre su di essa forme geometriche affascinanti al punto di darle l’impressione di brillare

Al suo interno, opere originali dell’epoca ricalcano e mantengono vivi I ricordi di quei momenti tragici della prima guerra mondiale.

La board room, la sala consigliare dove si riunivano ufficiali e comandanti nelle grandi decisioni mantiene la grande scrivania e le pesanti sedie originali dell’epoca.

Così come la ward room dove le truppe di marina si riunivano per dividersi i compiti e scambiarsi messaggi è stata mantenuta al punto che il tempo li dentro sembra non essere mai passato.

Oggi sul ponte è stato realizzato un bar, ottimo per un aperitivo sotto il sole cullati dal lento ondeggiare del Tamigi da cui si può godere di una vista eccezionale della città londra, la southbank, le costruzioni e il london eye, ricordato anche come la ruota di Tony Blair.

 

Martino Serra

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , | Lascia un commento

Bimbo marchiato dal demonio. – The Guardian si accanisce contro The Sun


300720142719#1

The Sun pubblica in prima pagina la foto di un bambino di 4 anni con il marchio del demonio sulla pancia, la testata The Guardian punta il dito sull’irresponsabilità editoriale. 

Una macabra storia, dove il protagonista, un bimbo di appena 4 anni, si ritrova con il marchio del demonio sulla pancia e dove i genitori non ne conoscono la provenienza, viene raccontata sul quotidiano britannico, di proprietà di Rupert Murdoch, The Sun, che ne risalta l’immagine in copertina priva di coperture pixellate. Il quotidiano liberale e indipendente The Guardian si indigna per la cruda immagine e apre un inchiesta. Viene raccolta la voce della parlamentare conservatrice Sarah Wollaston che dichiara: “Si tratta di una prima pagina totalmente scandalosa e l’immagine del bambino è totalmente inappropriata sotto ogni punto di vista, questo dimostra irresponsabilità e insensibilità. Quale giustificazione può esserci ad aver pubblicato il viso del bambino e dichiararlo marchiato dal demonio? E’ il pezzo di giornalismo più irresponsabile che abbia mai visto negli ultimi anni.”

La madre del bambino, dapprima sospettata di aver ricevuto denaro per l’articolo afferma: “Mi spaventa vedere questo marchio nel corpo di mio figlio, qualcosa o qualcuno deve averglielo fatto questo marchio e noi non ci sappiamo spiegare come”.

Il parlamentare laburista Tom Watson, twitta al suo avversario Murdoch : “”Non ti imbarazza quello che è successo rupertmurdoch? per favore risolvi.”

Il portavoce del The Sun, racconta al The Guardian che la storia non è di fantasia ma viene raccontata dai genitori del bambino e aggiunge: “Abbiamo tentato di trattare la notizia con le più assolute cautele e non è un caso il collegamento del bambino con l’occulto. La famiglia si è presentata da noi, non è stata pagata per la storia e noi non l’abbiamo espansa ne tantomeno arricchita. E’ stata oggetto di discussione anche per noi in redazione.”

Evan Harris, membro della campagna Hacked Off dichiara irresponsabilità da parte dell’editoria che ha infranto il codice di rispetto e trasparenza in cui doveva preoccuparsi di pixellare almeno la faccia del bambino. “Il bambino ha diritto alla sua privacy e non deve rischiare di diventare vittima di scherno e bullismo. Anche se i genitori hanno acconsentito la divulgazione dell’immagine e legalmente il The Sun è legalmente tutelato, sono stati calpestati i diritti umani e di privacy. The Sun doveva almeno pixellare il viso del bambino”.

Martino Serra

Source: The Guardian 30/07/14

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato , , , , | Lascia un commento

Arrestata l’artista giapponese che aveva riprodotto la propria vagina in un kajak


170720142702
Rischia una pena fino a 107 anni di carcere l’artista giapponese Rokudenashiko, nota per aver riprodotto fedelmente la propria vagina sulla struttura di un kajak.
Megumi Igarashi, è questo il vero nome dell’artista, aveva realizzato l’opera nel tentativo di sensibilizzare la società giapponese rigauardo la “discrimanzione culturale” contro l’argomento “vagina” nella società giapponese.
Igarashi, aveva aperto una campagna a riguardo ed era riuscita a raccogliere fondi pari a circa 10.000 dollari. Dopo aver fotografato la propria vagina, ne ha artisticamente riprodotto la figura sull’oblò di un kajak e aveva spedito in formato 3D l’immagine scannerizzata della propria vagina a tutti i donatori. La spedizione di materiale osceno ha indotto le forze dell’ordine giapponesi ad arrestarla e, per un mancato rinnovo culturale delle leggi vigenti, adesso rischia una pena fino a 107 anni di reclusione.
E’ stata aperta una petizione su Charge.org per il rilascio di Igarashi.
Laddove nasce la tecnologia, si ferma l’uomo.

Martino Serra

Fonte: The Guardian, Th 17 july 2014

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento

Scotland Yard sguinzaglia 5.800 agenti a caccia di coltelli


Immagine

E’ stata messa in atto ieri da Scotland Yard l’operazione contro l’esponenziale abuso di coltelli ed armi da taglio che porta circa 60 vittime la settimana a Londra.

Un operazione a cui si allegano 160 blitz mirati che ha visto impegnati 5.800 agenti su tutto il territorio londinese intenti a setacciare i quartieri più caldi di tutta la capitale, dove sono stati individuati sospetti tramite la fitta rete di videocamere e particolare attenzione è stata rivolta alle migliaia di utenze su bus e metro.

Un operazione necessaria visto l’incremento dei crimini di armi da taglio degli ultimi 7 anni.

Secondo una stima, realizzata sugli articoli di cronaca in merito da parte di Evening Standard, tra il 2013 ed il 2014 sono state 3.094 le persone coinvolte in aggressioni di armi da taglio, qualcosa in meno rispetto all’anno precedente che porta a 52 il numero dei morti.

Il Sovrintendente capo temporaneo dei detective di Scotland Yard dice: “Il nostro principale obbiettivo è di tutelare la sicurezza dei cittadini londinesi. Il numero delle aggressioni con armi da taglio è diminuito rispetto agli ultimi anni, ma la cifra continua ad essere comunque alta, questo vuol dire che i coltelli continuano ad avere una considerazione di rilievo per le aggressioni a Londra.”

Martino Serra

 

Source: Evening Standard, Wed 25 June 2014

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento

Vietato giocare a palla – allora ci droghiamo.


 

ImmagineVivo a Londra da circa nove mesi ed in realtà di Genova, la città in cui ho vissuto quasi quarantanni della mia vita, in tutto questo tempo me ne sono informato ben poco, nonostante blog, post e articoli di ogni genere possano costantemente tenermi informato. Forse perchè sono molto impegnato a capire come funziona questa città, che in nove mesi non è stato facile e ancora ci sono al lavoro. Nonostante nella mia vita non abbia mai preso parte a parti politiche, (sono cresciuto in una diffidenza politica che non mi hai mai dimostrato coerenza da nessuna delle parti, per questo mi ritengo non anarchico ma apolitico) la notizia dello sgombero del centro sociale Buridda di Via Bertani mi ha colpito davvero tanto. Mi ha colpito il fatto che un sindaco dalle presunzioni politiche rosse, si nasconda come un bambino dietro i “non ne sapevo nulla” piuttosto che essere coerente e raccontarci la verità. Una verità che uscirà perchè i cittadini genovesi si erano guadagnati uno spazio che è stato sfruttato nelle piu sane e genuine intenzioni, uno spazio che per anni ha saputo integrare ogni tipo di attività socio-culturale, uno spazio che nella maggiore delle ipotesi da questo momento servirà solamente a fare cassa per un interesse di vendita o affitto, un interesse che come tutte le iniziative alla “genovese” non porterà ad alcun risultato, magari restando abbandonato per anni o nella eventuale delle ipotesi lo vedremo rifiorire come casa di riposo finanziata da aziende farmaceutiche.

Ma i giovani che avevano uno spazio dove proporre idee, collaborare, socializzare, creare eventi a costo zero, cosa faranno adesso?

A me tutto questo fa venire solo in mente la famosa immagine del “Vietato giocare alla palla” dove il più grande dei geni ha saputo trovarne una risposta con un pennarello: “Allora ci droghiamo”.

 

Martino Serra

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento