Quello schifo di signora distinta


Nel negozio dove sto lavorando attualmente, nel periodo di attesa prima di tornare a Londra, vendiamo articoli per la pulizia della pelle e migliaia di altri diversi articoli che non vi sto ad elencare per non farvi venire la voglia di venire a rompermi le balle.

Il negozio ha un target di clientela delle più svariate classi sociali, dall’operaio, la vecchietta più pulciosa al fighetto di quartiere e dal più miserabile al patrizio insomma.

Vorrei portare alla luce una delle decine di eventi straziatesticoli che quotidianamente siamo costretti a sopportare da questa parte del bancone.

FOTO VETR

Entra una signora distinta, vestita di capi firmati e pregiati e mi chiede un prodotto per la pulizia del divano in pelle, evidenziandomi che si trattava di un superlussuoso sofà della Chateaux ‘Ax, facendomi anche sentire un po stronzo per la mia condizione di arredamento rigorosamente firmato ikea. La cara signora distinta mi ricorda di un prodotto buono che aveva da noi comprato l’anno prima in flacone da 500ml al prezzo di € 9,50 a quel punto capisco subito di cosa si tratta, prendo la scala salgo in alto allo scaffale lo identifico e gli dico “ah, si, quello da 9,80”..con nonchalance.

lo porgo alla signora distinta e mi dice “si si proprio questo!” “Bene”, rispondo io, “sono 9,80”.

Lei mi risponde “eh no, nel mio c’è ancora il prezzo attaccato, lo ricordo bene è 9.50” guardandomi con sdegno. Le faccio presente ridendo simpaticamente, pensando che voleva un po scherzarci su, che probabilmente quello era il prezzo dell’arrivo un anno e mezzo fa, alla fine non è nemmeno aumentato tanto e mi sembra anche un ragionamento logico, soprattutto quando si discute con una persona che addosso portava abbigliamento a occhio e croce per duemila euro e si parlava di pulire un divano da circa cinquemila o non so quanto. E così la signora distinta mi guarda indignata e mi dice “eh, 30 centesimi in un anno sono tantissimi, sarei tentata a non prenderlo”.

Alla fine signora distinta ha preso il prodotto ed è uscita scontenta, ma io vorrei ragionare sull’accaduto. Come è possibile che la gente si soffermi sulle piccole cose e non guardi il vero valore della vita, con l’abbigliamento che aveva addosso poteva aprire un orfanotrofio e ha invece preferito sprecare fiato, per tirarmi su una lamentela su trenta centesimi a cui sinceramente non mi sono proprio sentito di risponderle e l’ho lasciata uscire senza nemmeno salutarla, perchè è così che si tratta questo genere di gente che vuole fare la figa e si caga in mano quando deve spendere per qualcosa che non sia abbigliamento o qualcosa che la ritragga in luce lussuosa per la strada.

E poi vorrei aggiungere, brutta sciccosa del cazzo vai a rompere i coglioni al tuo rivenditore di cianfrusaglie firmate e non a chi per tirare su una giornata di lavoro spreme nervoso e fatica.

Informazioni su Martino Serra

Scrivo di getto e non rileggo.
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